Alla sommità di una collina si ergevenano due splendide torri resti di un antico castello. Una più piccina, la cui ombra alla luce del tramonto lambiva il piede della sua compagna più grande.
Al centro, una corte, un pozzo con il suo secchio e accanto un albero dalla gigantesca chioma.
Un giorno il cielo si oscurò e una saetta squarciò le fronde della pianta; solo il nudo tronco rimase in piedi ora purtroppo senza foglie.
Il castellano ormai invecchiato non si rassegnò; dalle segrete prelevò la canna di un vecchio cannone.
Lo sollevò a fatica, lo posò affianco al tronco nudo e sulla bocca orientata al cielo affrancò delle stecche in metallo da un vecchio ombrello; presto gli uccelli intrecciarono i propri voli e l’incanto volle che dal becco di uno di questi cadde un seme di melograno.